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I progetti di rigenerazione urbana e la Milano del futuro

È dal 2015 che la metropoli meneghina spinge sull’acceleratore della riqualificazione.

Qualsiasi cosa significhi questo contestato vocabolo. Che faccia rima con gentrificazione o con rigenerazione dal basso, il concetto è cavalcato dalla quasi totalità degli interventi che impattano sul tessuto urbano della città. 

Ultimamente sotto i riflettori è la zona dell’ex-Macello, tra piazzale Cuoco e il tanto atteso rinnovato scalo di Porta Vittoria, oggetto di un’occupazione abusiva sgomberata di recente, che ospiterà ARIA, progetto presentato dalla società Redo insieme agli architetti norvegesi di SnØhetta e un’ampia cordata di altri stakeholders. Tutti insieme per trasformare i 150 mila mq oggetto del bando nella prima Area Carbon Negative di tutto il Comune di Milano.

Il concept alla base della riqualificazione raccoglie alcuni dei trend più in voga del momento come social housing, sostenibilità, infrastrutture digitali, co-working e verde pubblico. Il tutto condito con la presenza di 1.200 nuovi nuclei familiari negli edifici in affitto e vendita a prezzi calmierati, e una nuova sede omnicomprensiva dello IED, con uno studentato da 600 posti. Circa 15 mila persone in tutto, che ogni giorno animeranno il nuovo spazio polifunzionale: una vera e propria rigenerazione del quadrante a sud-est di Milano.

Restando a sud anche l’area Giambellino-Lorenteggio potrà fregiarsi degli aggettivi green e smart grazie alla progettazione di due grandi aree verdi, alla rimozione dell'amianto da circa 300 abitazioni oltre che all'implementazione di filari di alberi, nuovi marciapiedi, passeggiate, fermate della metro e piste ciclabili.

Senza dimenticare l’intervento di OMA, lo studio di architettura di Rem Koolhaas, che insieme a Laboratorio Permanente, trasformerà i 140 mila mq in disuso della ferrovia di Scalo San Cristoforo in un parco dotato di un lago-vasca di depurazione delle falde sotterranee. Qui sorgerà inoltre una nuova biblioteca disegnata da Grau Magaña Urtzi. L'idea è insomma quella di riscattare l'intera area dal suo status di quartiere periferico, riportandola a nuova vita. 

Giambellino - Lorenteggio

Sempre a proposito di scali ferroviari, tralasciando quello di Porta Romana che ospiterà il villaggio olimpico in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, beneficerà di una consistente opera di restyling anche l’area dell’ex scalo Farini, che rappresenta un naturale completamento agli interventi in San Cristoforo firmati da Oma e Laboratorio Permanente.

Qui sorgerà infatti un bosco in grado di raffreddare i venti caldi provenienti da sud-ovest e depurare l'aria dalle particelle più tossiche. Quest’isola verde nel convulso panorama metropolitano sarà solo il primo tassello di un rilancio sociale, ecologico ed economico dell’intero quartiere. Il parco adagiato tra i binari sarà insieme un filtro contro le criticità generate dai cambiamenti climatici e un luogo di ritrovo restituito alla collettività, dove si moltiplicheranno servizi e spazi per i cittadini del quartiere.

Ex scalo Farini

Per concludere anche il tristemente famoso bosco della droga, nei pressi della stazione di Rogoredo, sarà oggetto di un virtuoso progetto di rigenerazione, in questo caso più che urbana potremmo dire campestre, che prevede di trasformarlo nel bosco della Musica.

Dopo lo sgombero e la pulizia dell’area dal degrado, nel 2019, l’idea è quella di recuperare la palazzina ex chimici” delle sopravvissute acciaierie Redaelli, per far nascere il campus del Conservatorio “Giuseppe Verdi” e il Dipartimento di Nuove tecnologie, dove si terranno corsi di musica elettronica, di jazz e popular music.

Aule, laboratori, un auditorium, una residenza per studenti con oltre 200 stanze insonorizzate, la mensa e il bar, ma anche spazi aperti al quartiere per ospitare eventi e accogliere i cittadini che, pur se non iscritti ai corsi, intendono unirsi alle jam.

Rogoredo conservatorio campus
Rogoredo

#RigenerazioneUrbana

#MilanoDelFuturo

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