I luoghi della Street Art a Roma - capitolo 1
L’arte urbana come attrattiva turistica
Fino a poche decine di anni fa in pochi avrebbero creduto che delle opere dipinte sui muri, spesso illegalmente, sarebbero riuscite a conquistarsi il titolo di opere d’arte con la “a” maiuscola. Probabilmente non ci avrebbero creduto nemmeno gli stessi artisti, dal momento che il movimento della street art era nato con intenti ben diversi rispetto a quelli che sta gradualmente assumendo oggi.
Inizialmente concepiti come espressione di protesta da parte di controculture più o meno di nicchia, oggi murales e graffiti vengono utilizzati come interventi per abbellire città sempre più grigie e riqualificare quartieri periferici. Ma non solo…perché intorno agli attacchi di street art si è generato un interesse tale da trasformare questa forma di arte urbana in fattore di attrazione turistica.
Grazie agli scatti delle opere che circolano su Instagram, sono sempre più numerose le persone che pianificano visite nei luoghi degli interventi, dando vita a veri e propri tour guidati alla scoperta di tesori destinati spesso a scomparire nel giro di qualche anno, a causa dello smog, della trasformazione urbanistica e della stessa natura impermanente delle opere.
Italian Graffiti, ovvero il meglio della street art in Italia
Per documentare gli interventi più belli, abbiamo pensato di inaugurare una rubrica dedicata alle opere presenti nelle varie città d’Italia, iniziando dalla città di Roma. San Basilio, Tor Bella Monaca, Tufello, il Trullo, ma anche zone più centrali come Testaccio, Ostiense e Garbatella sono diventate negli ultimi anni musei in continua evoluzione, frutto di un percorso strutturato che ha visto il coinvolgimento delle istituzioni romane e degli abitanti.
Grazie ad una serie di progetti del Comune di Roma, a cui hanno partecipato associazioni e comitati di quartiere, si possono trovare oltre 300 opere a cielo aperto, tanto da portare ArtTribune a definire Roma
“la capitale europea della street art, per qualità e quantità di opere, per la loro concentrazione omogenea tra centro e periferie, per il lavoro straordinario svolto in sinergia da associazioni culturali e amministrazioni a favore di una produzione legale, pianificata e ben intrecciata con il tessuto cittadino”.
Le opere sono state scrupolosamente catalogate grazie a un’App che presenta la mappa della street art a Roma, disponibile gratuitamente per turisti e appassionati, che possono anche segnalare e recensire interventi non ancora entrati nell’archivio digitale. L’applicazione permette di costruire veri e propri percorsi personalizzati, acquisendo informazioni sulla posizione dell’utente, identificandole opere più vicine, e calcolando il tragitto per organizzare il proprio tour.
Ma andiamo a scoprire da vicino gli interventi più interessanti che hanno coinvolto i vari quartieri di Roma, con un focus sulle aree di San Basilio, della Garbatella, del Quadraro, di Ostiense e di altri distretti sparsi per la Capitale.
Arte urbana a San Basilio
Questa borgata dell’agro romano, costruita durante il fascismo e successivamente ampliata dal piano Marshall, è composta quasi esclusivamente da palazzine Aler ed è al centro di un intervento di riqualificazione ad opera dell’associazione culturale Walls, vincitrice del bando del 2014 “RomaCreativa” con SanBa, un progetto di arte pubblica partecipata, sviluppata insieme agli abitanti.
Negli anni sono stati tantissimi gli artisti internazionali a intervenire sugli edifici. In via Maiolati ad esempio campeggia un enorme rastrello che ara via i simboli della società industriale, facendo riaffiorare germogli di natura e di speranza. L’opera di Liqen, prosegue anche su un secondo murales in via Fiuminata, con un’esplosione di fiori, strane creature e colori. Un pattern di riferimenti positivi che allude anche alla trasformazione del quartiere romano in un posto migliore.
Sempre nello stesso quartiere altri sei murales, tutti dell’artista Hitnes, animano le palazzine più dislocate verso la campagna: un orso, un gatto, fagiani, pavoni e papere, ritratti con uno stile realistico, ma allo stesso tempo coloratissimo e dinamico.
Linee grafiche e pulite insieme a colori piatti e saturi, caratterizzano lo stile inconfondibile di Agostino Iacurci, illustratore foggiano ora di stanza a Berlino.
La sua opera “The blind wall” riempie la facciata cieca di una palazzina in via Osimo, interamente occupata da un uomo seduto con un annaffiatoio in mano, simbolo del quartiere che si prende cura di se stesso.
San Basilio è anche teatro di un intervento di Blu, che richiama un fatto di cronaca avvenuto nel quartiere. Nel 1974, durante le proteste insorte in quest'area di Roma contro gli sgomberi delle palazzine Aler occupate, un ragazzo di 19 anni, Fabrizio Ceruso, fu ucciso dalla polizia.
L’opera di Blu ritrae San Basilio a figura intera, con uno stile che riprende quello dei mosaici delle chiese. Peccato che il santo abbia in mano un tronchesino con cui spezza il lucchetto delle case da occupare. Alla sua sinistra troviamo la gente del quartiere sui tetti e sulle strade, mentre alla sua destra i poliziotti, diventati dei maiali che caricano gli occupanti. Ora quella porzione, successivamente imbiancata su richiesta di vigili urbani e carabinieri, reca la scritta “censurato”, mantenendo tutta la carica di denuncia che l’artista aveva voluto inizialmente imprimere al murales.
To be continued...
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