In meno di 20 anni lo Yarn Bombing è entrata nell’elite della street art
Yarn Bombing, l’arte degli intrecci urbani
Sarà capitato anche a voi di vedere in giro per la città dei ricami che abbracciano ringhiere, cornicioni, alberi e altri oggetti del paesaggio urbano. Siamo un po’ tristi nel dovervi fare questa rivelazione ma no, non è opera di una simpatica nonnina amante del cucito con tanto tempo da perdere. Esiste un movimento artistico dedito a questa particolare forma d’espressione, che può essere chiamato in tanti modi (guerrilla knitting, urban knitting, graffiti knitting o il più utilizzato yarn bombing), ma che deve la sua fama a due sole cose: filo e uncinetto.
Come spesso accade per movimenti di questa portata, che presuppongono una grossa partecipazione prima di diffondersi in tutto il mondo, è veramente difficile trovare uno “starting point” o una persona a cui si possa dare il merito di aver dato vita a questa pratica. Tuttavia, come in altri casi, si può identificare qualcuno che più di altri ha saputo incarnare lo spirito della corrente artistica, anche per il solo fatto di averla accompagnata dal momento zero alla fase di penetrazione culturale, prima della ribalta mondiale.
Magda Sayeg e le origini dello yarn bombing
Per lo yarn bombing questo titolo spetta sicuramente a Magda Sayeg, una giovane donna del Texas diventata, grazie a più di 10 anni di ricami, un’artista riconosciuta a livello internazionale.
Magda si avvicina al mondo del cucito per hobby e per amore intorno ai 16 anni cucendo piccoli lavoretti per il ragazzo del tempo, e frequentando corsi in cui conosce persone con cui coltivare la propria passione.
Questo gruppo di amici comincia a giocare con lo yarn bombing, e Magda sin da subito si mostra la più entusiasta nello sperimentare con questa tecnica: i suoi interventi di riqualificazione “a maglia” iniziano a diffondersi prima in giro per la città di Houston, e poi in tutte le principali metropoli americane.
L’approccio e la struttura di questi interventi sono quelli tipici della street art: l’utilizzo di un item di base (la lana, il cotone) decontestualizzato e ricollocato, con una dinamica sempre identica, nel tessuto cittadino con una finalità comunicativa e artistica.
Volendo fare dei parallelismi con altre facce della street art, la stessa meccanica viene utilizzata da Invader per i suoi mosaici dal sapore 90’s, da Zibe con i suoi sticker (e graffiti) ispirati alla serie Arnold, e da Banksy con i suoi attacchi di stencil art. Se ci fate caso gli ingredienti sono sempre identici: una matrice materica, location inaspettate, e la conseguente produzione di un effetto destabilizzante.
Quando Magda inizia ad eseguire i primi attacchi di yarn bombing, questa tecnica ancora non ha un nome preciso, né l’ambizione di diventare una pratica diffusa a livello globale: le prime opere hanno un sapore naif e piuttosto hobbistico, lontano anni luce dalle installazioni spettacolari realizzate negli anni a venire.
Un esempio? Una delle prime realizzazioni è il rivestimento della maniglia della porta d’ingresso della sua boutique a Houston: un’installazione semplice e banale, ma che attira e incuriosisce molti passanti, dando a Magda una visione più lucida del potenziale della tecnica.
Il collettivo Knitta Please
I primi oggetti cittadini a essere ricamati sono segnali stradali, parchimetri e cabine del telefono, e in poco tempo grazie anche all’entusiasmo di Magda, questa pratica si tramuta in un vero e proprio movimento artistico: Knitta Please, un collettivo nato con la missione di rendere la street art more warm&fuzzy (più calda e pelosa, come la lana).
Al contrario dell’azione improvvisa e imprevedibile di molti street artist, gli interventi di Knitta Please sono pensati però come degli appuntamenti fissi: le installazioni avvengono rigorosamente il venerdì notte o la domenica mattina, e vicino ad ogni opera viene lasciato un biglietto con la scritta “Knitta Please” o “Whaddup Knitta?”.
Lo stesso anno della fondazione del movimento cominciano anche le prime attività fuori dal Texas, a New York, Seattle, e lentamente in tutte le più importanti città degli Stati Uniti.
Questo progetto vede una fine prematura nel 2007, ma i semi creativi piantati da Knitta Please sbocciano velocemente: in tutto il mondo iniziano a sorgere opere spontanee di yarn bombing, e il lavoro di Magda Sayeg diventa qualcosa di riconoscibile e conosciuto.
L’affermazione di Magda e dello yarn bombing
Nel 2010 l’artista espone a Roma la sua prima personale, mentre nel 2011 realizza una delle sue opere più famose, un bus interamente avvolto da coloratissime trame di lana che si sposta, apparentemente inconsapevole delle sue nuove sembianze, per le strade di Città del Messico.
A metà degli anni ‘dieci la tecnica è diventata di dominio pubblico a livello globale e Magda inizia collaborazioni con varie personalità del mondo dell’arte, dello spettacolo e dell’advertising.
Sorgono centinaia di iniziative e collettivi che portano avanti l’intuizione di Magda Sayeg: dalle opere dell’artista polacca Agata Olek al club di knitter YBLA di Los Angeles, alle installazioni realizzate a Soho dalla street artist London Kaye.
Yarn bombing: una vera rivoluzione nella street art
Un successo planetario imprevedibile, basato però su una serie di fattori chiave vincenti:
una tecnica innovativa che sfrutta un oggetto di uso comune (quindi con un approccio democratico),
i valori intrinsecamente positivi che ogni installazione porta con sé (dici lana e pensi al calore, con rimando metaforico al calore umano, all’amicizia, all’amore, etc),
l’impatto visivo, colorato ed energetico, che questi attacchi d’arte hanno sul contesto cittadino, la non invasività del mezzo (si tratta pur sempre di installazioni temporanee che non imbrattano),
i punti di contatto con il mondo del DIY, etc…
È facile capire quindi perché interventi di yarn bombing siano stati pensati anche a supporto di pratiche di guerrilla advertising: uno su tutti, il maglione di lana ideato e prodotto qualche anno fa proprio da Magda Sayeg per una campagna natalizia di Toyota Prius.
Un esempio che mostra come la pubblicità stia lentamente tornando alle sue origini, aprendosi al mondo dell’arte e delle nuove discipline con rinnovata curiosità e ammirazione.
#YarnBombing
#MaketheWorldWarm&Fuzzy