A metà tra Street Art e intervento urbanistico
Che sia il risultato di un gesto rivoluzionario o il frutto di semplici giardinieri che si sono lasciati prendere un po’ la mano, la logica dietro al Guerrilla Gardening è semplice: far fiorire gli spazi urbani per renderli più vivibili per la collettività.
Come lo yarn bombing, di cui vi abbiamo parlato in un precedente post, anche questa forma di attivismo si basa su un’attività a prima vista ad esclusivo appannaggio di innocui pensionati, il giardinaggio. Ma come spesso accade per i movimenti nati dal basso, le azioni messe in atto aggirano, almeno in un primo momento, i permessi delle istituzioni e si legano a temi sociali e politici quali la riqualificazione di aree degradate o il diritto alla terra da parte dei coltivatori…
Ma andiamo con ordine.
I primi Guerrilla Gardener
Tutto nasce nel 1973 a New York, tra Bowery e Houston Street, un’area ad alto fermento artistico che più di ogni altra rappresenta il legame della grande mela con la street art. Liz Christy, una giovane residente nel quartiere insieme al suo gruppo di attivisti Green Guerrilla, decide di riappropriarsi di un lotto di terreno degradato e in stato di abbandono, iniziando a coltivare piante e fiori al suo interno.
Dopo solo un anno il terreno è in pieno rigoglio e la Città di New York firma il permesso per l’utilizzo permanente dell’area da parte del gruppo. Da un cumulo di macerie nasce ufficialmente il primo giardino comunitario della città, nominato Liz’s Christy Community Garden in onore della sua fondatrice.
L’operato di Liz diventa in poco tempo d’ispirazione per un movimento che si diffonde nel resto degli States e del mondo. Anche in Italia il Guerrilla Gardening è ben rappresentato da quasi una cinquantina di gruppi autonomi che, imbracciato il rastrello, si propongono di far rifiorire il Paese.
Il Guerrilla Gardening e la pubblicità
Il messaggio ecologico e la spettacolarità degli interventi, spesso legati all’opera di street artist, aprono le porte a una serie di possibilità creative che il marketing e la comunicazione pubblicitaria non si sono certo lasciati sfuggire. Tra tentativi di green washing e autentico impegno ambientalista, ne abbiamo selezionati 5 che si sono distinte per ispirazione, originalità e poesia.
1. Adidas Grün: Guerrilla Gardeners
Sicuramente una delle più famose campagne di green marketing di sempre. Per promuovere l’uscita della nuova linea prodotta interamente con materiali riciclati, il brand tedesco ha sguinzagliato i propri gardeners che hanno seminato il panico in città al lancio di “seed-bombs”: potenti armi di fioritura di massa composte da argilla, terriccio e semi di fiori di campo. L’operazione pubblicitaria è stata documentata da un video virale e da una fanzine che spiegava la filosofia dietro ai vari interventi. Tra quelli più spettacolari, un’installazione gigante a forma di scarpa, con piante e fiori vivi!
2. Lancia Ecochic Urban Gardening
Una campagna di ambient marketing basata sull’importanza di ogni dettaglio, anche il più piccolo. Durante la Milan Design Week, Lancia e il magazine Urban hanno deciso di unire le forze e collaborare con il noto guerrilla gardener Steve Wheen. Per il lancio della nuova linea Ecochic a basse emissioni di CO2, l’artista ha creato minuscoli giardini nelle buche e negli angoli di via Savona e Tortona, arricchendoli con miniature dei modelli Lancia. Una serie di micro-installazioni poetiche che hanno trasmesso sorpresa, gioia e un sentimento di attenzione e rispetto per ogni angolo della città, anche il più dimenticato.
3. Beck's growing billboard
A metà tra una classica affissione di advertising Out Of Home e un’azione di Guerrilla Gardening, l’installazione di Beck’s nella capitale bulgara si può riassumere nel motto go bigger, go green! Per sottolineare l’attenzione del brand alla sostenibilità e l’utilizzo di ingredienti naturali sono stati utilizzati oltre 100 kg di muschio vivo per ricostruire l’iconica silhouette della lager beer sulla facciata di un palazzo. L’intera operazione di advertising è durata quattro settimane, durante le quali la massa verde prendeva la forma di situazioni e personaggi, per poi completarsi nella shape completa della bottiglia. Il muschio utilizzato è stato poi ripiantato nel vicino Parco Nazionale Vitosha di Sofia per tornare al suo ciclo di vita naturale.
4. Banca Etica city gardening
Quando una banca è al verde non è mai un buon segno. Ma in questo caso la crisi fortunatamente non c’entrava. In occasione dell’apertura della sua prima filiale in città, Banca Etica ha trasformato il centro di Verona in un piccolo bosco grazie a un’azione di guerrilla marketing. In concomitanza con la Giornata Mondiale degli Alberi, più di 500mq di Piazza Bra sono stati ricoperti da alberi da frutta, all’ombra dei quali alcuni giovani studenti hanno seguito una serie di corsi e workshop sui temi dell’ambiente e dello sviluppo. Il progetto è stato poi completato con la donazione di oltre 100 piante al Comune di Verona.
5. Starbucks Seedpods
Inspirational e all’avanguardia, ecco il più visionario dei progetti di questa top five: entro il 2025 ogni store Starbucks verrà dotato di un SeedPod che metterà a disposizione dei clienti dei futuristici contenitori di semi. Non solo, il Pod sarà interattivo e offrirà una mappa digitale di spazi, potenziali obiettivi di azioni di Guerrila Gardening da parte della comunità. Un’idea per le città del futuro, che ci auguriamo sempre più green e arricchite dalle azioni di attivismo ecologico di ogni cittadino!
#GuerrillaGardening
#ThinkGreen