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Sostenibilità

Greenpeace e il guerrilla marketing

a cura di
GreenGraffiti

5 esempi memorabili

Le campagne di Greenpeace

Greenpeace è una delle organizzazioni più famose al mondo. A 50 anni dalla sua nascita conta sedi in oltre 55 Paesi e milioni di sostenitori, uniti dal comune obiettivo di salvaguardare l’ambiente e la vita sul pianeta. Dalla lotta al cambiamento climatico alla difesa di specie protette, dal contrasto all’inquinamento alla denuncia della deforestazione, non c’è campagna ambientale che in questi anni Greenpeace non abbia affrontato.

La sua prima azione fu messa a segno nel 1971 da un manipolo di valorosi attivisti accompagnati da diversi fotografi e giornalisti, che a bordo del peschereccio Phyllis Cormack salparono da Vancouver alla volta di Amchikta, nel Pacifico settentrionale, per protestare contro i test nucleari che gli Stati Uniti stavano conducendo sull’isola. L’azione si concluse con l’arresto di tutto l’equipaggio, ma l’eco mediatica che ne scaturì bastò per fermare le sperimentazioni.

Attivisti del Phyllis Cormack

Dalla guerrilla al guerrilla marketing

Già da questi primi esordi emerse chiaramente come l’azione diretta non fosse la soluzione migliore per sortire gli effetti desiderati, vista l’esiguità delle risorse messe in campo per contrastare iniziative governative o comunque molto strutturate. Quello che però ci si rese conto essere incredibilmente vincente era la coda di comunicazione che scaturiva dalle azioni della ONG, in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica, scatenando un word of mouth negativo nei confronti di aziende, governi o organizzazioni.

Così con il passare degli anni le azioni spettacolari e spericolate che avevano reso celebri le prime campagne lasciarono gradualmente il posto a raccolte fondi, azioni diplomatiche e soprattutto attivazioni di marketing non convenzionale.

Uno degli strumenti più efficaci adottati dall’organizzazione diventarono infatti le campagne guerrilla, che grazie ad un giusto mix di ironia, shock ed effetto sorpresa, si rivelarono nel tempo uno strumento perfetto per smuovere le coscienze e ottenere risultati concreti.

Ne abbiamo raccolte 5 che si sono distinte per memorabilità, originalità ed efficacia.

1.The Fashion Duel

Per denunciare la deforestazione e gli enormi consumi di acqua necessari a sostenere l’industria della moda, Greenpeace ha lanciato una sfida alle maggiori Maison internazionali, con lo scopo di stimolarle ad adottare pratiche più sostenibili. Oltre alla creazione di una landing page ad hoc, dove sono stati pubblicati i risultati di una survey a cui hanno partecipato 9 delle 15 aziende interpellate, sono stati realizzati diversi publicity stunt spettacolari in concomitanza con le Fashion Week di Milano, Parigi e New York. Nella capitale italiana della moda, ad esempio, dopo la passerella verticale al Castello Sforzesco con una modella-climber che ha lanciato il guanto di sfida alle case di moda italiane, gli attivisti hanno ricoperto il dito medio della scultura L.O.V.E di Maurizio Cattelan con un enorme guanto verde di lattice simbolo della campagna.

Milano - The Fashion Duel

2.Climate Emergency

Questa azione è stata condotta nel 2019 da attivisti in rappresentanza di 7 diverse nazioni, con l’obiettivo di puntare i riflettori sull'emergenza climatica, portandola “fisicamente” al centro del dibattito politico proprio dove questo si svolge, ovvero a Bruxelles. Per ’occasione è stato organizzato un vero e proprio ambush, durante un importante meeting a cui hanno partecipato i leader di governo dei vari paesi europei. La sede del vertice UE è stata avvolta da maxi billboard con fotografie iper-realistiche che raffiguravano immagini di fiamme giganti, accompagnati da nuvole di fumo, razzi di soccorso e dal suono assordante di un allarme antincendio. L’installazione aveva l’obiettivo di spingere i capi di Stato ad agire immediatamente per contrastare il surriscaldamento del pianeta e il cambiamento climatico in atto.

Bruxelles - Climate Emergency

3. I pazzi siete voi

In preparazione al voto referendario del 2011, che tra gli altri punti prevedeva la reintroduzione delle centrali nucleari nel nostro paese, quattro giovani attivisti italiani si sono barricati in una casa per trenta giorni, rispettando le stesse regole di radioprotezione a cui erano costretti in quegli stessi mesi gli abitanti di Fukushima, vittime del disastro nucleare che da poco aveva sconvolto il mondo. Niente cibi freschi e attività all’aria aperta. Solo una cronaca via Facebook e in diretta streaming dalla piattaforma dedicata, per lanciare messaggi sui pericoli del nucleare e invitare le persone ad andare a votare al referendum. L’azione ha contribuito alla vittoria schiacciante del sì, con il conseguente declassamento delle proposte di legge volute dal governo Berlusconi, che avrebbero potuto portare nuovamente alla produzione di energia elettrica nucleare in Italia.

4.Chile without plastic

Come degna conclusione di una campagna contro l’utilizzo della plastica monouso in Cile, Greenpeace è intervenuta con un’azione altamente spettacolare che ha coinvolto il centro della capitale Santiago, nell’area antistante il Palacio de La Moneda, sede della Presidenza della Repubblica cilena. L’organizzazione ambientalista ha proiettato un ologramma di 90 mq a 50 metri di altezza, per sensibilizzare il governo e la popolazione sul tema. Le dimensioni della proiezione e l’utilizzo della realtà virtuale sono state in grado di attirare l’attenzione dei passanti, anche grazie alla grafica con colori fluorescenti che alternava immagini delle specie marine più colpite a riproduzioni fluttuanti dei rifiuti. Nonostante il problema sia ancora lontano dal trovare una soluzione, l’azione ha avuto una grande rilevanza in termini comunicativi, perché ha rinnovato il dibattito sul tema, invitando le persone a prendere una posizione e ad agire in prima persona.

Santiago - Chile without plastic

5. #CleanAirNow

L’ultima attivazione è stata messa a segno a Londra per sensibilizzare la popolazione sull’inquinamento dell’aria. Alcuni manifestanti hanno scalatola Nelson Column a Trafalgar Square, dotando l’omonimo ammiraglio di una maschera antigas. La stessa sorte è toccata ad altre famose statue di icone britanniche, come Cromwell, Churchill, Sherlock Holmes, Thierry Henry e Isaac Newton. L’applicazione delle maschere è stata documentata in una serie di video virali che mostravano le acrobazie degli attivisti per arrivare in cima ai monumenti, accompagnati dall’hashtag di campagna #cleanairnow. Il tutto era collegato a una petizione per chiedere al premier britannico David Cameron di creare un piano per ripulire l’aria del paese.

Londra - #CleanAirNow

#GreenpeaceGuerrilla

#ActNow

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