Una start up pugliese disegna la città del futuro a colpi di Street Art e mosaici digitali
Graffiti for Smart City e i digital murales
Può un simbolo di separazione ed esclusione come un muro diventare al contrario uno strumento per connettere le persone e far rinascere le periferie? Trasformare i muri in finestre sul mondo: questa è la sfida alla base del progetto Graffiti for Smart City, nato dalla mente visionaria di un imprenditore pugliese.
L’idea è semplice e consiste nell’installare dei mosaici digitali composti da sottilissime tessere in bioresina, che consentono grazie alla tecnologia 4G (e in futuro 5G) di connettersi con i propri smartphone e accedere a diversi servizi, operando una trasformazione del tessuto urbano e del modo di viverlo.
L’ispirazione per mettere in atto questa piccola rivoluzione, in cui Internet of things, amore per l’arte e sensibilità civica si mescolano per dare vita a città del futuro sempre più interconnesse e “umane” è partita proprio dai graffiti e dall’arte murale. Perché citando Salvatore Pepe, CEO di Graffiti for Smart City: “i mosaici sono i primi pixel della storia”.
A cosa serve un mosaico digitale
L’aspetto artistico da solo non basta, perché alla base del progetto c’è infatti una forte componente tecnologica. La bellezza dell’arte si unisce dunque alla potenza del digital per dare vita a mosaici interattivi che rendono i muri delle città intelligenti e sostenibili.
Oltre a riprodurre l’immagine prescelta, gli smart wall creati dalla start up pugliese si connettono infatti tramite Wi-Fi allo smartphone di chi passa loro davanti. In questo modo l’utente può avere accesso a una serie di informazioni e facilities, come scoprire punti di interesse, ricevere informazioni o pagare il parcheggio. E non è un caso se già diversi Enti Pubblici e brand internazionali come Versace, Custo, Eataly e Costa Group abbiano scelto la start up per veicolare messaggi sia istituzionali che commerciali e realizzare installazioni dal forte impatto scenografico.
Il mosaico digitale e la sostenibilità
Come ogni vera innovazione dei giorni nostri, il progetto non tralascia la componente della sostenibilità ambientale. I tasselli di cui è composto il mosaico digitale sono infatti derivati da un processo di bio-raffinazione dell’olio di soia, che rende le piastrine molto sottili e biodegradabili al 100%.
Ma l’idea di sostenibilità che Graffiti for Smart City propone, al di là dei materiali, è quella di incidere positivamente sul tessuto sociale delle città, perché, “anche la riqualificazione di una periferia è una forma di economia circolare”. E lo strumento attraverso cui operare questa trasformazione può essere proprio l’arte, che grazie alla simbiosi con la tecnologia crea una nuova forma di espressione, chiamata da Salvatore Pepe, Digital Street Art.
La riqualificazione urbana secondo Graffiti for Smart City
“Si passa a un’idea partecipativa di opera, dove l’estetica street mescolata ai servizi IoT (connessione wi-fi e applicazioni digitali di supporto) viene affidata ad artisti che danno input, completati poi da tutte le persone con cui l’opera entra in contatto. Il muro crea engagement, diventa una finestra, uno spazio nel quale la cooperazione tra i cittadini completa il sogno di una Smart City possibile”.
Proprio come è successo a Matera nel 2019, in occasione della sua nomina a Capitale Europea della Cultura. Graffiti for Smart City è stata incaricata di riqualificare 11 spazi abbandonati della città, che sono stati interpretati da artisti internazionali, come Oliviero Toscani. Oltre a fornire informazioni e servizi turistici, i muri hanno anche permesso ai visitatori di disegnare sulla parete tramite il proprio smartphone, dando libero sfogo alla propria vena artistica.
Un ulteriore esempio di come la Street Art sia stata utilizzata come mezzo per creare comunità e per costruire un dialogo tra la città e chi la vive è rappresentato dall’installazione che Graffiti for Smart City ha realizzato nel 2018 in collaborazione con l’artista e designer Karim Rashid per la Design Week di Milano. Il piazzale della stazione di Porta Genova è stato scelto per posizionare un digitale murales di fronte all’ingresso della stazione, dopo aver rimosso tutte le affissioni abusive. Risultato? Tramite i dati raccolti dai sensori inseriti nelle tessere del mosaico, le persone hanno aumentato il tempo medio di sosta nel piazzale di oltre 8 volte, trasformando un semplice crossing-site senz’anima in un luogo più vivo e “abitato”.
I digital murales nel mondo
Ma le funzionalità degli smart wall possono davvero essere molteplici: in Messico ad esempio, la start up pugliese ha interamente rivestito la facciata di un hotel, rendendola modificabile in tempo reale e trasformando l’edifico in un’opera d’arte in continuo divenire. Allo stesso tempo il mosaico effettuava un riconoscimento digitale degli avventori processando istantaneamente il check-in e garantendo l’accesso alle stanze senza bisogno di chiavi o tessere. A Chicago invece, grazie alla soffittatura “intelligente” di una fermata della metropolitana, è stato possibile raccogliere i dati relativi al numero di persone che entravano pagando o meno il biglietto. Grazie ai risultati non proprio incoraggianti, il Comune ha quindi realizzato una campagna di sensibilizzazione sull’accesso ai servizi della città ed è riuscito in poco tempo a incrementare il numero dei cittadini“responsabili” del 15%.
Servizi digitali come attivatori di senso civico e comunità: è questo il vero senso della riqualificazione urbana che sta alla base del progetto ideato da Pepe. E noi di GreenGraffiti non potremmo essere più d’accordo: i non-luoghi a cui spesso sono ridotte le periferie delle nostre città o la scarsa vivibilità delle nostre metropoli, non solo influiscono sulle condizioni di vita di noi abitanti, ma rappresentano una mancata opportunità verso quel futuro democratico, digital esostenibile che tutti sogniamo.
#GraffitiForSmartCity
#SmartFutureIsNow