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Sostenibilità

Airlite: la pittura mangia-smog

a cura di
GreenGraffiti

La vernice anti-inquinamento conquista l’arte dei murales

Come nasce la pittura mangia-smog

Si chiama Airlite ed è stata inventata da Massimo Bernardoni, un cervello italiano in fuga a Londra, dopo 13 anni di studi sui materiali fotosensibili. Oggi è una tra le quattro innovazioni in grado di combattere l’inquinamento dell’aria citata dalle Nazioni Unite. 

La sua tecnologia è stata paragonata al processo di fotosintesi delle piante, che riescono a catturare all’incirca 1.400 grammi all’anno di agenti inquinanti dall’aria. Se la stessa superficie che occupa l’albero venisse dipinta con Airlite, la pittura sarebbe in grado di eliminarne praticamente la stessa quantità.

Di qui il parallelismo, e il claim con cui la pittura viene promossa: “se dipingi con Airlite 100 mq è come se avessi piantato una foresta della stessa superficie”. Lo smog catturato viene trasformato in sali a base di calcio del tutto innocui, in quantità di molto inferiore alle concentrazioni presenti nell’acqua minerale.

A livello di costi la pittura si colloca come un prodotto alto di gamma, ma va tenuta in considerazione anche la resa, che risulta molto elevata: per saturare una parete occorrono infatti più di cinquecento anni. Questo significa che si hanno effetti ultra-duraturi con una sola applicazione.

Airlite e la street art

Nel giro di poco tempo la vernice anti-inquinamento ha attirato l’attenzione di molti artisti internazionali, e grazie a una combinazione azzeccatissima tra creatività e sostenibilità sono iniziati a fiorire progetti di muralismo green, che hanno il doppio vantaggio di riqualificare i quartieri delle città in modo sostenibile.

Se da sempre l’arte è stata foriera di innovazione, l’accoppiata street art - Airlite contribuisce indubbiamente a far fare un salto di qualità a tutto il movimento, abbinando denuncia sociale, bellezza e ambientalismo. A tal proposito Airlite ha creato l’associazione “Air is Art”, volta ad aumentare la consapevolezza su questo tema attraverso le potenzialità del suo innovativo prodotto.

Naturalmente anche i brand si sono mossi per sfruttare l’innovativa pittura anti-inquinamento e realizzare campagne di comunicazione disruptive grazie al coinvolgimento di street artist, per sottolineare il proprio impegno in tema ambientale. Ikea è stata una delle prime a farlo, ma non è certo la sola. Vediamo quindi come la pittura per murales anti-inquinamento ha contribuito a realizzare opere dal grande impatto scenografico e dall’impronta ambientale pari a zero.

Ikea loves Earth

Questo è il nome del progetto promosso dal colosso svedese di arredamento, che nel 2016 ha creato la prima street art performance per aiutare il Pianeta attraverso opere d'arte urbana permanenti. L’iniziativa ha visto la partecipazione di 17 street artist di fama internazionale che hanno dipinto i muri di diverse città italiane utilizzando Airlite.

Ad esempio in provincia di Brescia, nel comune di Roncadelle, lo street artist Tellas ha realizzato un murales su una facciata deteriorata di fronte all’accesso delle scuole del paese. Il murales è un vero inno alla natura, in cui gli elementi vegetali dipinti purificano l’aria tanto quanto farebbero quelli veri.

Ikea earth tellas murales
Tellas - Ikea

Allo stesso progetto ha partecipato tra gli altri anche Zed, realizzando un bellissimo murales sulla parete della scuola media “Guido Cavalcanti” di Sesto Fiorentino. Un’immagine ispirata alla terra e alla natura, pensata per comunicare l’importanza della cultura ambientalista anche ai più piccoli.

Ikea earth zed murales
Zed - Ikea

Napapijiri

Napapijri, brand che da sempre dimostra una forte attenzione verso l’ambiente, per il lancio della nuova collezione ha coinvolto tre grandi nomi della street art contemporanea per realizzare altrettanti murales a Milano, durante i giorni della Milano Green Week 2019.

Il primo è stato firmato da Moneyless in Corso di Porta Romana. Lo stile inconfondibile dell’artista ha decorato una facciata grigia e senza finestre utilizzando solo quattro colori: nero, bianco, rosso e rosa.

Napapijri moneyless murales
Moneyless - Napapijri

Il secondo intervento, firmato da Giorgio Bartocci, è stato realizzato in via Padova, sulla facciata di una palazzina in totale stato di abbandono, confiscata alcuni anni fa a un ex finanziere a capo di un’organizzazione criminale.

Napapijri giorgio bartocci murales
Giorgio Bartocci - Napapijri

Il terzo invece ha impegnato Camilla Falsini in Corso Garibaldi 55, dove nella parte inferiore del muro l’artista ha dipinto una serie di elementi geometrici che piano piano si uniscono fino a formare una creatura mitologica che esce dall’acqua.

Napapijri camilla falsini murales
Camilla Falsini - Napapijri

SuperWalls Festival

Chiudiamo questa breve panoramica con SuperWalls, conosciuto anche come Biennale della Street Art, che ha visto la sua prima edizione nell’estate 2019 tra le città di Padova e Abano Terme. L’evento, ideato e curato dalla critica d’arte Dominique Stella e dal gallerista padovano Carlo Silvestrin, non ha coinvolto brand, se non la stessa pittura mangia-smog Airlite, che ha messo a disposizione le proprie vernici per realizzare tutti gli interventi previsti dal palinsesto del festival.

I murales sono stati affidati a giovani artisti emergenti, come Alessio-B, che ha dipinto una giovane astronauta, sorridente e con gli occhi rivolti verso il cielo. O Yama 11, che sulla facciata del Teatro Polivalente di Abano Terme ha rappresentato due maschere teatrali scomposte e contrapposte a livello cromatico.

superwalls alessio-b murales
Alessio-B - SuperWall Festival
superwalls yama 11 murales
Yama 11 - SuperWall Festival

#PitturaMangiaSmog

#Airlite

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