I luoghi della Street Art a Roma
Il quartiere più hipster della Capitale
Stretto tra le due grandi arterie di via Casilina e via Prenestina, questo spicchio di città fatto di case basse, muretti e giardini è sempre stato la patria del sottoproletariato immigrato dal Sud: covo della Resistenza durante la guerra, è rimasto fino a un ventennio fa un’isola felice, un luogo protetto e nascosto in cui il tempo sembrava essersi fermato.
Almeno fino alla gentrificazione, ultimamente sempre più spinta, che lo ha reso praticamente irriconoscibile. Abitato per lo più da studenti, di giorno è famoso per il mercato rionale mentre di sera, grazie all’isola pedonale, è animato da numerosissimi bar, da locali ostinatamente retrò e da ristoranti etnici.
Il lato hipster comunque non è il solo ad emergere nel quartiere…La sua vivacità in senso culturale è dimostrata infatti dai numerosi artisti che hanno scelto i suoi muri decadenti come cornice ideale per dar vita a brillanti esempi di urban art.
Iniziamo quindi il tour alla scoperta di alcuni murales famosi, a partire da quelli che hanno ritratto una delle figure centrali per il quartiere, Pier Paolo Pasolini, che proprio tra le sue strette viuzze girò nel 1961 uno dei suoi capolavori, Accattone.
I graffiti dedicati a Pasolini
Via Fanfulla da Lodi è il teatro di almeno tre omaggi allo scrittore, poeta e regista, che proprio qui amava passare le serate seduto ai tavolini dello storico Bar Necci.
Il primo è firmato da Maupal, e si ispira a un breve passo dedicato al senso del bello e al mistero della visione. “L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza”. Una bellezza che accade a prescindere, ma che esiste solo per coloro in grado di scovarla.
Il tratto spesso e in bianco e nero dell’artista dipinge un close-up dell’occhio di Pasolini, che domina sul quartiere e sembra contemplare la bellezza dell’intera città.
Nella seconda opera è ancora Pasolini a essere raffigurato, questa volta da Omino71, nei panni di un supereroe che combatte contro il sistema. Il disegno riprende una delle icone del fumetto internazionale come Capitan America, per costruire un ritratto che mescola l’irriverenza della forma all’epicità del contenuto. Il titolo dell’opera, "Io so i nomi", viene infatti dall’incipit di un famoso articolo pubblicato sul Corriere della Sera nel 1974 in cui PPP denunciava le trame oscure e le ferite aperte del terrorismo.
La terza opera è firmata da Mr. Klevra e ritrae il volto di Maria ragazzina, entrata nella storia del cinema grazie a "Il Vangelo secondo Matteo". Un viso che è allo stesso tempo radioso e velato di mistero, incorniciato da un velo rosso e da un’aureola bizantina e accompagnato dai segni calligrafici tipici dell’artista. Il murales, posizionato frontalmente a quello di Maupal, sorge dall’agglomerato di tetti, finestre e antenne come un’apparizione mistica che lascia lo spettatore rapito e vagamente inquietato.
La streetart di Alice Pasquini
Tra le altre opere di via Fanfulla da Lodi spiccano questi due amanti su una panchina, immortalati secondo lo stile tipico dell’artista romana Alice Pasquini: toni pastello, tratti sfuggenti e un’innata poesia. Il soggetto è ispirato a una fotografia di Gianni Berengo Gardin, scattata negli anni cinquanta a Parigi, quando in Italia era ancora proibito baciarsi in pubblico.
Questo non è però l’unico murales a essere stato firmato dalla Pasquini, perché poco più avanti troviamo una ragazza che spunta su una porta di ferro. Una piccola scena di vita quotidiana che si fa largo tra gli stencil e le scritte di libero passaggio.
I murales a sfondo politico del Pigneto
All’ingresso dell’ex-complesso industriale Snia Viscosa, oggi trasformato in centro sociale, troviamo anche una delle più belle opere di street art di BLU a Roma. Il dipinto rappresenta una massa di lavoratori sfruttati e sottomessi, un destino dal quale i personaggi gialli in primo piano sono riusciti a liberarsi.
In Via Lodovico Pavoni è presente uno dei murales più grandi di Roma, alto ben 32 metri e dipinto dal duo polacco ETAM CRU. L’opera a sfondo sociale rappresenta un senzatetto che beve un caffè mentre esce da un cassonetto, che fa riflettere sul tema dell’emergenza abitativa e dell’esclusione sociale, due tra le problematiche più sentite nelle metropoli contemporanee.
Infine, nel cortile interno del locale Rosti di Via Bartolomeo d'Alviano troneggia un’opera del famoso stencil artist polacco M-CITY, che ha dipinto uno dei suoi tipici “ingranaggi” simbolo della società industrializzata.
To be continued...
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