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Street art

Italian Graffiti - Tor Bella Monaca

a cura di
GreenGraffiti

I luoghi della Street Art a Roma

Tor Bella Monaca, grigio periferia

Nelle altre zone della capitale è conosciuta come Tbm o Tor Bella, sui media passa con il marchio di “Scampia romana” o “Bronx capitolino”. Una gabbia a cielo aperto, la descrive chi ci vive. Incastonata tra via Casilina e il Grande Raccordo Anulare, Tor Bella Monaca è cresciuta a dismisura negli anni Ottanta con i piani di edilizia popolare per rispondere all’emergenza abitativa.

Spazi ampi e poco interconnessi, urbanizzazione ciclopica e inquilini con bagagli pieni di disagio socio-economico: nel tempo Tor Bella è diventata una borgata dormitorio con tanti palazzoni e poco altro. Non esiste un cinema e la fermata della metro più vicina è a otto chilometri di distanza.

Solo un alveare di torri che scalano il cielo con quindici piani, anonimi come le sigle che li identificano: R8, R11 o R5.

«Te piace ’sto tono de griggio?», recita beffardo un murales in via Orazio Placidi e suona come una richiesta d’aiuto. Proprio per questo allora diventa fondamentale portare in questi luoghi colore e bellezza. Perché nelle persone rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.

Tor Bella Monaca street art
Tor Bella Monaca

La street art di Tor Bella Monaca

In questa direzione vanno alcuni degli interventi promossi da realtà culturali molto attive sul territorio romano, come Fondazione 999 Contemporary, responsabile della rinascita di Tor Marancia, che abbiamo raccontato qui, e El Chentro, spazio occupato e autogestito che opera proprio nel quartiere.

Grazie al lavoro di queste realtà, il colore sta prendendo piano piano il posto del grigio tra polemiche e non poche difficoltà, con lo scopo di dare il via, grazie all’arte, a un processo di musealizzazione di aree urbane. Nel caso di Tor Bella Monaca sono state individuate sei facciate, una di fronte all’altra, che fanno parte del comprensorio R8 di Largo Ferruccio Mengaroni.

Per ora ne sono state realizzate la metà, perché con l’avvento della pandemia nel 2020 il progetto ha subito una battuta d’arresto. Ci auguriamo però che anche le rimanenti vengano presto dipinte da street artist di fama internazionale, come prevede il progetto originario, che comprende interventi di Seth, Andrea Ravo Mattoni e Gaia. Nel frattempo vi raccontiamo le opere già presenti, insieme a una recente new entry.

Il murales di Diamond

A Diamond è toccato l’onore di inaugurare la prima facciata destinata a essere rigenerata attraverso colori e bombolette, e sicuramente il suo lavoro non è passato inosservato. Sul murales campeggia una figura femminile con un coltello alla gola, sormontata dalla scritta “Tor Bella Monaca”, posizionata lì per rimandare in modo diretto alla location del muro.

Il titolo No surrender è un inno rivolto a chi vive qui e suona come un invito a non arrendersi alle minacce a cui ogni giorno ci si trova sottoposti: la donna infatti è una figura simbolica che rappresenta tutti, costantemente messi in scacco da una società che ha perso ogni tipo di pietà e compassione.

Sentimenti simboleggiati dal colore rosso, che richiama la retina dell’occhio umano ed è stato scelto come colore dominante, contrapposto al nero, anche per distinguersi dalle altre opere, molto più colorate. Come in molti hanno notato infine, l’opera è anche riportata sulla copertina dell’album “7 vizi Capitale” del cantautore romano Piotta.

Diamond Tor Bella Monaca Street Art
Diamond

Il murales di Solo

Sulla seconda facciata cieca del blocco R8 campeggia l’opera dipinta dallo street artist romano Solo: protagonista Hiroshi, alias di Jeeg Robot, e Miwa inserita al centro dell’immagine perché “è lei a lanciare a Hiroshi i componenti grazie ai quali si trasforma in Jeeg”, sottolinea l’artista in un’intervista al Corriere della Sera.

Ma l’eroina femminile incarna anche il “dilemma dello sdoppiamento tra l’uomo del quale è innamorata e il robot dai superpoteri che rischia la vita per difendere il Bene”. L’autore, appassionato di fumetti e supereroi, ha voluto omaggiare anche il film di Gabriele Mainetti, che ha girato proprio qui alcune scene di "Lo chiamavano Jeeg Robot".

Solo Tor Bella Monaca Street Art
Solo

Il murales di Mosa One

La terza opera che abbellisce le facciate grigio cemento del blocco è firmata dal giovane artista italo-egiziano Mosa One, che vive a Tor Bella Monaca e che da anni collabora con il centro sociale del quartiere. 

L’installazione, la più grande mai realizzata finora da Mosa, si distingue per l’uso della calligrafia: i grafismi che riempiono la parete e si aprono davanti allo sguardo di un bambino intento a scavalcare un muro grigio, oltre a essere esteticamente bellissimi e coloratissimi, denunciano anche la cultura di appartenenza dell’artista.

Mosa One Tor Bella Monaca Street Art
Mosa One

Il murales di Lucamaleonte

L’ultima opera presa in considerazione, oltre ad avere il merito di contribuire alla rigenerazione urbana di Tor Bella Monaca, è anche ecologica, perché realizzata con Airlite, una particolare vernice anti-smog che pulisce l’aria dall’inquinamento.

“Sotto la superficie”, firmata da Lucamaleonte, rappresenta un omaggio alla biodiversità del mondo marino. Ma la vita subacquea diventa anche metafora e invito a guardare sotto la superficie, per scoprire realtà virtuose, proprio come accade in questo quartiere. Perché, come sosteneva Peppino Impastato, il diritto alla bellezza è dignità e la dignità è inalienabile e universale.

Il murales rappresenta un branco di pesci di diverse specie presenti nel Mediterraneo, molti dei quali dello stesso colore ma di forme differenti. L’idea è funzionale a simboleggiare diversità e unione allo stesso tempo.

E se non mancano le polemiche di chi sostiene che in una zona come Tor Bella Monaca siano altre le priorità e che l’arte non risolverà mai i problemi, noi siamo invece certi che questi dipinti non rappresentino solo opere murarie, ma semi di una rinascita che inizia proprio da qui.

Lucamaleonte Murales Tor Bella Monaca
Lucamaleonte

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